Nella SECONDA FASEi modelli affrontano non più l'apparire
della città industriale, ma il suo sviluppo e la sua maturità.
Essi dunque o creano una alternativa radicale (Howard
come rappresentante di tutto il filone "alternativo", dagli
utopisti francesi agl americani);
oppure celebrano la nuova città che diventa "la città" in
senso assoluto (Garnier
si occupa programmaticamente solo della città industriale,
Sant'Elia celebra i
fasti energetici delle nuove macchine, Le
Corbusier semplicemente annulla la città precedente,
e così fa anche Hilberseimer);
o, infine, come nel caso di Amsterdam,
si occupano pragmaticamente di governare le trasformazioni
della città come essa è, seguendo un principio di razionalità
organica.
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