La Cité Industrielle
Tony Garnier (1869-1948) iniziò l'elaborazione
del suo modello di città in occasione del suo soggiorno a
Roma, in qualità di vincitore del Prix de Rome del 1899: il
piano era terminato già nel 1901, ma fu pubblicato solamente
nel 1917 col titolo di Une Cité Industrielle, rimanendo, fino
alla stesura della carta di Atene, il manifesto dell'urbanistica
progressista. Nel 1905 il sindaco di Lione nominò Garnier
architetto capo della città offrendogli l'opportunità concreta
di realizzare qualcosa di molto vicino a ciò che aveva prefigurato
nei suoi studi. In particolare riuscì a realizzare il mattatoio
della Mouche (1909-1913), lo stadio olimpico (1913-1916),
l'ospedale della Grange Blanche (1925-1930) ed il celebre
quartiere per abitazioni degli Etats-Units.
STRUTTURA
I principi ispiratori di Garnier, codificati,
come detto nella sua Cité Industrielle, Etude pour la construction
des villes sono sostanzialmente l'analisi e la separazione
delle funzioni urbane, l'esaltazione degli spazi verdi che
svolgono il ruolo di elementi isolanti, l'utilizzazione sistematica
di nuovi materiali, in particolare del cemento armato. La
Cité Industrielle viene immaginata in base ad un contesto
territoriale ben dettagliato, pur se immaginario, come un
progetto completo di città, disegnato e progettato non solo
alla scala di insieme, ma anche nelle singole parti costitutive
(industrie, servizi e abitazioni fin nei particolari costruttivi).
La città è una città di nuova fondazione ed il motivo della
sua nascita, come dice il nome stesso, risiede nelle necessità
di sviluppo industriale: la lucidità analitica di Garnier,
oltre alla fondatezza delle sue anticipazioni tecnologiche
(sviluppo dell'industria automobilistica ed aeronautica),
farà sì che il suo schema di impianto diventerà un modello
di riferimento per la creazione delle nuove città industriali
nell'Unione Sovietica degli anni'30. Oltre a prefigurare nei
dettagli il sito su cui dovrà sorgere la città (il territorio
sarà caratterizzato da una parte montuosa ed una in pianura
attraversata da un fiume; il nuovo insediamento residenziale
sorgerà su un terrazzamento artificiale, lontano dal centro
storico ipotizzato più in alto e separato dalla zona industriale
dai tracciati ferroviari intesi come elementi di snodo), Garnier
ipotizza anche una popolazione di circa 35.000 abitanti, ossia
una insediamento di media importanza per dare carattere generale
al suo modello, riprendendo un dimensionamento tipico dell'urbanistica
utopista. Residenza e industria hanno un impianto ortogonale
che contrasta con quello della città esistente; in particolare
la zona residenziale è organizzata intorno ad un viale centrale
disposto secondo l'asse eliotermico e percorso dai mezzi pubblici,
sul quale si attestano i servizi con una concentrazione delle
grandi attrezzature urbane nella parte mediane. La distribuzione
delle funzioni è descritta con estrema sintesi e chiarezza:
(…) Il letto del torrente è sbarrato; una centrale idroelettrica
distribuisce la forza motrice e riscaldamento nelle fabbriche
ed in tutta la città. La fabbrica principale è situata nella
pianura, di fronte al torrente e al fiume. Una ferrovia di
grande comunicazione passa tra la fabbrica e la città, essendo
situata molto più in alto su di un altopiano. Ancora più in
alto sono spaziati gli edifici sanitari; così come la città
sono protetti da venti freddi, esposti a mezzogiorno, in terrazze
dalla parte del fiume. Ciascuno di questi principali elementi
(fabbrica, città , ospedali) è isolato in modo da rendere
possibile l'estensione in caso di necessità; (…). Gli isolati
dei quartieri residenziali hanno le dimensioni di 150mt nel
senso est-ovest e di 30mt nel senso nord-sud e sono ulteriormente
suddivisi in lotti 15x15mt; le modalità di aggregazione di
questi lotti quadrati, unità minime di frazionamento, possono
essere le più varie (comprendendo anche funzioni non residenziali),
purchè si rispetti il principio per cui la superficie costruita
deve essere sempre inferiore alla metà di quella complessiva,
in modo tale che la rimanente parte di superficie scoperta,
mantenuta a verde non recintato (Garnier ipotizzava l'assenza
della proprietà privata), vada a far parte di un grande parco
pubblico permeabile al libero movimento dei pedoni.
INTENSITA' DI USO DEI SUOLI
Le disposizioni appena elencate (superfici
edificate non maggiori della metà dei lotti e proibizione
di qualsiasi recinzione) permettono l'attraversamento della
città in ogni direzione e la realizzazione di impianti insediativi
che evitano la monotonia degli allineamenti, dando vita ad
una città rada con una prevalenza degli spazi aperti, in particolare
di quelli a verde.
LA RETE DI SUPERFICIE
La disposizione degli assi ordinatori dei
tracciati viari, risentendo delle direttrici eliotermiche
e della direzione dei venti, genera una rete di strade parallele
e perpendicolari, organizzate intorno all'arteria principale
che nasce dalla stazione della ferrovia e, andando da est
ad ovest, si struttura su una sezione stradale larga 40mt,
articolata su due sensi di marcia di 21mt ciascuno (tre sono
le corsie: veicoli lenti, veicoli veloci e ferrovia), il marciapiede
nord, di 6mt, è privo di alberature, mentre quello sud, di
13mt, accoglie un'alberatura su due filari con piante distanziate
di 7.5mt. Esistono poi altri due tipi di strade: le une, perpendicolari
all'arteria principale, sono orientate in senso nord-sud con
una sezione di 20mt (di cui 10mt carrabili e due marciapiedi
di 5mt ciascuno); e le altre si alternano con la sequenza
di due piccole (13mt di sezione di cui 8mt carrabili e 5mt
per due marciapiedi non alberati) e una grande (19 mt di sezione,
di cui 11mt carrabili e 5.5mt occupati dal marciapiede sud
alberato e 2,5mt dal nord non alberato).
MORFOLOGIA
Lo studio tipologico per la parte residenziale
arriva a livelli di approfondimento notevoli; oltre ai materiali
da utilizzare individua tutte le soluzione da adottare a seconda
della parte urbana in cui ci si trova. E così, se nella zona
più popolosa della stazione si suggerisce l'adozione delle
più economiche case plurifamiliari, nella generalità dei casi
si preferisce orientarsi verso la casa uni o bi-familiare
isolata, con tutte le possibili varianti di distribuzione
interna (simplex o duplex) a seconda del numero di piani.
Le regole di organizzazione dei lotti producono, come detto,
una sorta di grande parco pubblico continuo che include i
tessuti edilizi stessi: ciò comporta una totale permeabilità
pedonale dell'area residenziale e, di conseguenza, la possibilità
di separare il flusso dei pedoni da quello delle automobili,
localizzato su una rete autonoma. Principio questo che, incluso
nella Carta di Atene, diventerà una delle linee guida dell'urbanistica
razionalista.
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