Nel 1853 Napoleone III nomina il Barone
Georges-Eugéne Haussmann Prefetto della Senna, nel
quadro di una ristrutturazione dell' amministrazione prefettizia,
e di una concentrazione dei pieni poteri in materia urbanistica
nelle mani dell'imperatore.
Prendono il via allora i "Grands Travaux" destinati
a rivoluzionare l'aspetto della capitale francese. Per quanto
l'azione haussmanniana si ponga in continuità con una
serie di trasformazioni già in atto, la portata innovativa
del programma di interventi presentato nel 1853, e realizzato
nei 15 anni seguenti, risiede principalmente in un salto di
scala di carattere concettuale: la città viene pensata
nella sua globalità, gli interventi previsti non hanno
soltanto l'intento di risolvere problemi contingenti, ma si
collocano all'interno di un progetto di più ampio respiro,
a carattere urbano.
"L'operazione di Haussmann ha la pretesa di trattare
la città come se questa avesse la plasticità
e i limiti di resistenza di un singolo edificio, facendovi
convergere verticalmente un enorme potenziale tecnico-operativo,
guidato dall'autorità pubblica. Di questa operazione
la gabbia del sistema viario è la struttura portante,
la cui funzione primaria è soprattutto quella di definire
e servire le parti dell'articolazione direzionale metropolitana
( e nazionale), e la funzione aggiunta è quella di
una rivalorizzazione qualitativa dell'intervento privato di
ricomposizione del tessuto e, quindi, attraverso l'offerta
residenziale, della stessa presenza della classe borghese
nella nuova Parigi."¹
Questo è reso possibile grazie al verificarsi simultaneo
di una serie positiva di condizioni al contorno: la presenza
di un potere forte, attento, e capace di comprendere ed apprezzare
l'importanza della realizzazione di tali opere; la crescita
del mercato finanziario e del potere delle banche; la precarietà
delle condizioni igieniche e la pericolosità sociale
di alcune zone della città.
Strumento trainante l'espansione urbana diviene l'aumento
della rendita fondiaria che l'elaborazione del piano di "Grands
Travaux" per Parigi conferisce, non solo alle aree centrali,
ma anche a quelle destinate a nuova edificazione.
Lo stato delle finanze della città per Haussmann è decisivo fin dall’inizio del suo impegno a Parigi. In proposito elabora la teoria delle “spese produttive”: gli investimenti nella trasformazione urbana generano ricchezza sia per i privati che vedono aumentare il valore dei loro patrimoni, sia per lo Stato che vede aumentare la base tassabile. Perciò la Città può far conto su questa ricchezza per “garantire” i prestiti, o meglio le emissioni di obbligazioni municipali. In una prima fase Haussmann conta di attingere direttamente alla ricchezza generata (rendita urbana) attraverso il meccanismo degli espropri “complementari”, cioè degli espropri di terreni non direttamente necessari alla realizzazione delle attrezzature, da rivendere poi come edificabili ai developers.
Dal 1855 Haussmann procede agli espropri “complementari” ma il 27 dicembre 1858 il Consiglio di Stato, (presieduto da M. Baroche, fiero avversario dei grands travaux) abolisce questa facoltà limitando l’esproprio esclusivamente ai terreni dei sedimi stradali.
Viene meno la fonte di finanziamenti prevista da Haussmann che da allora deve far conto solo sulle entrate ordinarie del bilancio che permettono di pagare le rate dei prestiti (emissioni della città) con i quali si finanziano gli investimenti.
Il primo passo, necessario all'avvio del processo di trasformazione,
è la realizzazione di un rilievo puntuale di tutta
la città, inizialmente all'interno della cinta daziaria,
in un secondo tempo esteso alla zona suburbana, fino alle
fortificazioni.
1) P.SICA, Storia dell'urbanistica, L'ottocento,
vol.1, Bari, La Terza 1977; p 202 STRUTTURA
:I cardini del programma globale ad a lungo termine comprendono:
§ La realizzazione della "Grand
Croisée" cioè dei due assi nord-sud est-ovest,
in parte già esistenti o previsti, che si incontrano
alla Place du Chatelet
§ Il sistema dei boulevards
§ Il riassetto dei grandi carrefours urbani (Etoile,
Alma, Opera, Trocadero….)
§ Lo sventramento dell'Ile de la Cité
§ La risistemazione o realizzazione dei grandi parchi
urbani
§ La ristrutturazione amministrativa, comprendente
l'annessione dei comuni esterni
§ La fornitura di alcuni servizi urbani
Una robusta trama viaria viene imposta sulla
struttura esistente, tramite lo sventramento di antichi
quartieri. Uno degli obiettivi è quello di isolare
i monumenti maggiori, creando una "connessione per
diradamenti" di alcune strutture focali.
I boulevards costituiscono un anello di scorrimento tangenziale,
mentre la croisée individua il principale sistema
di penetrazione nel centro-città accompagnato da
una serie di assi radiali; il tutto è completato
da interventi programmati su aree strategiche.
DENSITA' ABITATIVE: a metà dell'Ottocento i limiti
della capitale non coincidono più con la linea delle
fortificazioni, ma con la cinta daziaria dei fermiers généraux,
eretta fra il 1785 e il 1790, al suo interno il territorio
è suddiviso in 12 arrondissements. La popolazione
cresce da 557.000 abitanti nel 1801 a 1.000.000 nel 1846,
portando la densità territoriale da 159 ab/ha a 306
ab/ha; nel 1856 la popolazione raggiunge 1.174.000 persone,
con una densità di 342 ab/ha.
RETI DI SUPERFICIE: le opere di viabilità
vengono divise in tre reseaux, secondo una strategia individuata
essenzialmente in base alle priorità degli investimenti,
legata direttamente alla ripartizione degli oneri tra Stato
e Ville de Paris:
§ Gli interventi più organici
ed incisivi nelle aree centrali (finanziati in parti uguali
dalle due amministrazioni)
§ Le azioni meno legate ad obiettive necessità
funzionali (finanziate per il 25% dallo stato)
§ Le sistemazioni marginali ( a totale carico del comune)
Il piano della viabilità ha il duplice
scopo di risolvere i problemi di traffico e di conferire
alla capitale un aspetto grandioso.
MORFOLOGIE: il volto della città
si rinnova con la costruzione di un gran numero di edifici
pubblici e privati. Nel tessuto delle rues corridors l'edilizia
borghese raggiunge un alto grado di uniformità tipologica
e formale, attraverso i vincoli di un regolamento edilizio
molto rigido. Il piano terra dell'edificato è previsto
ad uso commerciale, vengono definiti dal regolamento il
numero di piani, l'altezza massima, il trattamento superficiale.
Notevoli gli interventi riguardanti lo spazio pubblico,
ed i parchi in particolar modo.
Il Bois de Boulogne viene sistemato all'inglese, sul modello
di Hyde Park, dall' ingegner Alphand, dall'architetto Davioud,
e dall'orticultore Barillet-Deshamps. La metà meridionale
del parco viene destinata ad ippodromo, la rete dei viali
viene totalmente rifatta, vengono create colline e piantate
molte nuove essenze. L'acqua viene prelevata direttamente
dalla Senna mediante un sistema di macchine idrauliche,
e distribuita tramite ruscelli e cascate, recinzioni in
ghisa sostituiscono quelle in legno esistenti.
Viene poi realizzato un parco simmetrico, tanto dal punto
di vista fisico che sociale, nel Bois de Vincennes; il Parc
Monceau a nord ovest, e di Buttes-Chaumont a nord est.
Il sistema gerarchico degli spazi verdi perseguito da Hausmann,
dal settore urbano al quartiere, continua con la dotazione,
alla scala del vicinato, di numerose squares, vagamente
imparentate con quelle inglesi.
D. CALABI, Storia dell'Urbanistica Europea, Torino, Paravia,
2000
P.SICA, Storia dell'urbanistica, L'ottocento, Vol.1, Bari,
La Terza 1977
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