Nella TERZA FASE la città industriale è dietro le
spalle e non vi sono ancora modelli urbanistici consolidati.
Gli esempi di modelli sono quindi sostituiti da ambiti tematici
o "problemi" che rappresentano le questioni rilevanti che
oggi l'urbanistica si pone, ed attorno alle quali si stanno
sperimentando azioni e possibili modelli.
Il recupero della città esistente è il nuovo approccio
strutturale che risponde alle domande della terza rivoluzione
industriale.
Nella esperienza romana esso si ispira ai valori della Storia
e della Natura, e si articola in tre azioni strategiche:
il miglioramento della accessibilità, privilegiando
il trasporto su ferro; la tutela e valorizzazione dell'ambiente,
anche nelle sue componenti storiche oltre che naturalistiche;
la qualificazione dei tessuti urbani.
Modalità assai diffusa del recupero della città esistente
è l'uso per nuove attività e funzioni (riuso) di aree, edifici
attrezzature, infrastrutture, o intere parti di città, dimesse
o il cui precedente uso è superato.
Il modello spaziale più adatto a rispondere alle nuove domande
è quello policentrico e reticolare, in grado di utilizzare
meglio le strutture urbane esistenti e di qualificarle. Esso
permette di superare la zonizzazione monofunzionale di stampo
razionalista e di integrare all'interno delle nuove centralità
e dei tessuti esistenti le diverse attività e funzioni che
costituiscono la vita della città oggi.
Gli strumenti che si vanno affermando come più efficaci per
l'azione urbanistica oggi sono i programmi complessi
Gli obiettivi qualitativi generali che l'azione urbanistica
si pone sono:
- l'estensione della quantità e il miglioramento della
qualità dello spazio pubblico (che non è costituito
solo dalle strade, piazze, giardini e simili, ma anche da
tutti quegli spazi, aperti o coperti, pubblici, semipubblici
o privati, che sono comunque liberamente accessibili ai
cittadini
- l'affermazione del metodo del progetto urbano
- la definizione delle nuove forme di redazione e attuazione
del Piano
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